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IL PLAUSTRO
Il Carro dell'Antica Roma
I plaustri erano dei carri agricoli massicci che risalgono all’epoca romana e venivano usati per trasportare diverse merci. Avendo una struttura molto pesante poteva essere caricato di pietre, legna, concime, botti di vino e spesso era caricato fino ai limiti e poteva causare prevedibili rischi; così l’Imperatore Adriano vietò l’ingresso a Roma di questi carri sovraccaricati. Il plaustrum o plostrum in genere era composto da due ruote, a volte anche quattro e allora si chiamava plaustrum majus; nel libro Naturalis historia l’invenzione del carro a quattro ruote è stata data da Plinio ai Frigi. Questo carro è formato da una tavola fatta da assi di legno fissata al timone stesso; su questa tavola venivano appoggiate tutte le merci da trasportare e in più, come protezione, si usavano altre assi poste lateralmente, oppure si usava un grande cesto di paglia legato al carro stesso. Il ferro rinforzava le parti dell’asse che ruotavano al loro interno e il tipo di carro più diffuso era chiamato tympanum che significava “il tamburo”, perché gli assomigliava molto; alcune rappresentazioni di questo carro le possiamo trovare sull’Arco di Settimio Severo a Roma. Con il plaustrum non ci si poteva muovere velocemente e quando si doveva curvare richiedeva un ampio spazio per la manovra; non si potavano neanche percorrere le strade campestri e muovendosi produceva un forte rumore che consisteva in uno scricchiolante cigolio, il quale si udiva anche a grandi distanze. Quando il carro era sovraccarico inevitabilmente si sfasciava e il carrettiere doveva tenere le assi assieme con le sue forze; nacque così l’espressione “Plaustrum perculi” che significa “mi è andata male”, in inglese invece è “to upset one’s applecart”, la quale traduzione in italiano più corretta resta “rompere le uova nel paniere”. Successivamente questi carri vennero usati in corse pericolose dove partecipavano schiavi e condannati a morte che il più delle volte non sopravvivevano a causa degli incidenti che accadevano durante queste corse pericolose.