VINCENZO MONTI

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VINCENZO MONTI

Il Drammaturgo e Scrittore romagnolo

Vincenzo Monti nacque il 19 febbraio 1754 in provincia di Ravenna, ad Alfonsine e fu un grande poeta, drammaturgo e scrittore italiano. Nella sua vita studiò diritto e medicina all’Università di Ferrara e nel 1775 venne ammesso all’Accademia dell’Arcadia, potendo pubblicare quindi il suo primo libro La visione di Ezechiello.
Successivamente si recò a Roma per ordine del cardinale Scipione Borghese, e qui si sposò con Teresa Pichler con la quale ebbe due figli: Costanza e Francesco, il quale purtroppo morì prematuramente. A Roma lavorò anche per il Conte Luigi Braschi Onesti che era il nipote di Papa Pio VI. Monti si ispirò alle opere di Vittorio Alfieri e nel 1785 iniziò ad avere grande successo con la tragedia artemodeo. Questo fu il periodo della rivoluzione francese e inizialmente Monti reagì in modo contrario; con l’arrivo in Italia di Napoleone, invece cambiò idea in modo positivo diventando pure un collaboratore dell’amministrazione cisalpina. Da Roma giunse a Milano, per poi rifugiarsi a Parigi in quanto gli Austriaci erano ritornati nel corso della campagna d’Egitto. Ritornò al seguito di Napoleone e ritornò anche in Italia, essendo nominato anche professore di retorica all’Università di Milano e poi di Pavia. Napoleone si fece Re d’Italia, cambiando così anche il ruolo di Monti: nel 1805 infatti divenne lo storico e poeta ufficiale di corte. Le sue liriche esaltavano il Re e le sue vittorie come la poesia “Bardo della Selva nera”; il 23 gennaio 1812 fu eletto socio dell’Accademia della Crusca. Napoleone fu sconfitto e così Monti dedicò le sue opere al nuovo sovrano che era l’imperatore d’Austria e Re Lombardo-Veneto Francesco I, rimanendo così sempre il poeta di corte. Nei suoi ultimi anni di vita tradusse un’importante opera che è l’Iliade di Omero. Monti si spense a Milano il 13 ottobre 1828 e fu sepolto a San Gregorio fuori Porta Orientale, ma la sua tomba andò dispersa. La sua lapide funebre è oggi custodita nella Cripta della Chiesa di San Gregorio Magno in Milano (attuale Porta Venezia). Attualmente la sua casa natale di Alfonsine è adibita a museo ed è stato intitolato a suo nome il noto Liceo classico di Cesena.

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