CATERINA SFORZA

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CATERINA SFORZA

La Signora della Romagna

Anche se la Romagna non le diede i natali (nacque infatti a Milano nel 1463), Caterina Sforza è storicamente considerata una delle figure femminili più importanti della nostra terra, tanto da essere stata definita “la grande signora della Romagna”.
Di forza d’animo non comune (specialmente per una donna dell’epoca), astuta e scaltra, seppe condurre le sue battaglie con determinazione e spirito vendicativo. Bella, intelligente, energica, fu una delle donne più note e ammirate del suo tempo.
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Mandriani, nel 1472 il padre la diede in moglie a Girolamo Riario, nipote (o forse figlio) del Papa Sisto IV e signore di Imola, successivamente anche signore di Forlì.
Alla morte di Sisto IV, Caterina si impadronì in Roma di Castel Sant'Angelo. Il 14 aprile del 1488 Girolamo Riario venne ucciso a Forlì da un complotto popolare; Caterina, con astuzia, forza e spregiudicatezza sconfisse i cospiratori ed il 30 aprile di quell’anno iniziò il suo governo in quanto reggente per il figlio Ottaviano, ancora piccolo.
Sposò clandestinamente Iacopo Feo, castellano di Ravaldino,  ed acquisì un ruolo di grande rilievo nella politica italiana al momento della caduta di Carlo VIII, appoggiando gli aragonesi in un primo momento, e successivamente i francesi.
Nel 1495 Iacopo Feo venne ucciso crudelmente e Caterina, dopo averlo vendicato, sposò in segreto Giovanni de’ Medici. Dal matrimonio con il De' Medici nacque Giovanni, noto in seguito come Giovanni dalle Bande Nere.
Intanto Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio di Papa Alessandro VI, portava avanti il suo intento di costruire un proprio ducato in Romagna e, nel novembre del 1499, assediò Imola. L’11 dicembre cadde la rocca, inutilmente difesa da Dionigi di Naldi. Alcuni giorni dopo il Valentino entrò in Forlì con un esercito di 15 mila uomini. Caterina, invece di fuggire, si richiuse nella rocca di Ravaldino e oppose una dura resistenza dirigendo personalmente i difensori. Di fronte alle forze prevalenti, il 12 gennaio del 1500 cadde anche la rocca di Forlì, Caterina fu fatta prigioniera da Cesare Borgia e rinchiusa in Castel Sant’Angelo, dove subì torture e umiliazioni. Il 30 giugno del 1501 Caterina fu liberata e visse gli ultimi anni della sua vita a Firenze con il figlio Giovanni. Provò, senza risultato, a recuperare la signoria e morì il 28 maggio 1509.
Caterina Sforza fu una figura di grande rilievo nella società del suo tempo, valorosa combattente, dalla personalità eclettica e sanguigna, virago e demonio femminile, esperta in alchimie erboristiche, (scrisse anche un trattato su questo argomento contenente oltre 500 procedimenti vari, dai cosmetici ai veleni mortali), violenta e risoluta con i nemici. Memorabile è rimasta la distruzione di Palazzo Orsi a seguito dell'uccisione del suo amato, o l'aneddoto che la ricorda sulla cortina di Schiavonia, assediata dai faentini che minacciavano di ucciderne il figlio, proseguire incurante il suo tentativo di riconquista del potere, alzando la gonna e indicando la sua vulva quale "strumento per fare altri figli”.

A lei è dedicata una ballata del XVI secolo, attribuita a Marsilio Compagnon, che così comincia:

Ascolta questa sconsolata
Catherina da Forlivo
Ch'io ho gran guerra nel confino
Senza aiuto abbandonata
Io non veggo alcun signore
Che a cavallo monti armato
E poi mostri il suo vigore
Per difendere il mio stato
Tutto il mondo è spaventato
Quando senton criar Franza
E d'Italia la possanza
Par che sia profundata
'Scolta questa sconsolata
Catherina da Forlivo...

 

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Data: 30/08/2012

"E smarì ad Catarnò l'andeva a tartofla cun un bò e cun un parsòt par vangaròla", così recita un luogo comune romagnolo, che in italiano significa "Lo smarrito di Caterina andava a tartufi con un bue ed un prosciutto come vanga". Pare che Caterina Sforza assumesse persone per fare i finti tonti, in dialetto romagnolo la parola "smarì", letteralmente smarrito, indica appunto uno che ha smarrito il senno. Detti finti tonti avevano il compito di carpire informazioni e non destare sospetti presso il popolo in virtù della loro apparente limitatezza. In Romagna abbiamo precorso la CIA e l'FBI di secoli. Da questo detto si evince anche lo scherno con il quale la Sforza veniva appellata dal popolo, Catarnò si può letteralmente tradurre come "Caterinone", evidenziando i tratti mascolini di una donna tanto carismatica e decisa. Questo è il vero MITO legato a lei. Grande Catarnò, vivrai ancora a lungo nei cuori dei romagnoli!

Data: 18/12/2011

Sono un ragazzo romagnolo di 26 anni vissuto in un paesino sotto forlì....il rinascimento mi sta affascinando tramite i libri di oliver bowden di cui tratti dal gioco assassin's creed della ubisoft

Data: 04/07/2010

C'è un errore nel testo. La madre di Caterina era Lucrezia LANDRIANI non Mandriani. Correggete!

Data: 18/12/2009

caterina è anche chiamata leonessa di romagna .

Data: 27/09/2009

Very nice site!

Data: 18/06/2009

sONO FORLIVESE E CONSIDERO CATERINA UN MITO. COSTRETTA A CONSUMARE UN MATRIMONIO COMBINATO ALL'ETà DI 10 ANNI, (QUESTA è L'AMARA VERITà CHE NON TUTTI CONOSCONO) CATERINA SI DIMOSTRATA DI UNA GRANDISSIMA FORZA D'ANIMO, CHE LE PERMISE DI NON SOCCOMBERE IN UN MONDO ASSOLUTAMENTE MASCHILE E DI GOVERNARE LA SUA VITA E IL SUO POPOLO CON LA FEROCIA CHE SI ADDICEVA AI TEMPI, COSTRETTA AD ADEGUARSI PER SOPRAVVIVERE.. SE I SUOI COMPORTAMENTI FOSSERO STATI DI UN UOMO, NESSUNO AVREBBE FATTO COMMEMTI, SAREBBE STATO SOLO UN SOVRANO E UN GUERRIERO VALOROSO. MA CATERINA ERA UNA DONNA, UNA DONNA DI SANGUE ROMAGNOLO, CAPARBIA E CORAGGIOSA E CAPACE , COME MOLTA TRA LE NOSTRE PROVINCE DI FORLì, CESENA, RAVENNA E RIMINI. FORSE NON TUTTI SANNO CHE IL NONNO DI CATERINA, IL CAPOSTIPITE DEGLI SFORZA, NACQUE A COTIGNOLA DI LUGO, E GLI VENNE DATO QUEL SOPRANNOME PER IL SUO GRANDE VIGORE E CORAGGIO IN BATTAGLIA. FU UN CAPITANO DI VENTURA. sI CHIAMAVA FRANCEWSCO SFORZA. E DIVENNE DUCA DI MILANO PER IL SUO VALORE.. COME NARRA L'ANTICA ZIRUNDELA, CATERINA RIMASE SOLA , A COMBATTERE....SOLO PERCHè ERA UNA DONNA E I MASCHI DELL'EPOCA , NOBILI E NON FORSE, COME ANCHE ORA , NON SI METTEVANO ALLA PARI CON UNA DONNA ANCHE STRAORDINARIA!

Data: 09/05/2009

Troppo mascolina, troppo aggressiva per i miei gusti... Preferisco altre celebri donne del nostro Rinascimento: Isabella d'Este, Lucrezia Borgia (che non era affatto un'avvelenatrice, ma una dama sensibile, colta e raffinata), Elisabetta Gonzaga...

Data: 09/03/2009

Come siamo tutti contenti quando sentiamo di una donna dal carattere maschio, cioè aggressivo e violento,che fà di tutto per difendere i propri beni, -in sostanza le cose, non le persone.- Se poi è in grado di usare pure il sesso femminile a questo scopo:tanto meglio! No, non mi associo. (Da una donna che si è documentata perchè a Caterina è dedicata una via vicina alla sua abitazione.

Data: 26/08/2008

e'bene ricordare una donna valorosa,un mito femminile bravi. silver

Data: 10/05/2008

ciao!sono felice di quello k ho visto xk il 14 andiamo a ravenna

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